Harry Potter e i doni della morte - Parte 2

- Uscita:
- Durata: 130min.
- Regia: David Yates
- Cast: Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Ralph Fiennes, Helena Bonham Carter, Helena Bonham Carter, Geraldine Somerville, Isabella Laughland, Alfie Enoch, Guy Henry, Adrian Rawlins, Evanna Lynch, Julie Walters, Luke Newberry, Jim Broadbent, Afshan Azad, Kelly Macdonald, Maggie Smith, Dave Legeno, Devon Murray, Chris Rankin, Michael Gambon, Gary Oldman, Jessie Cave, Emma Thompson, Ninette Finch, Helen McCrory, David Bradley, Natalia Tena, Jason Isaacs, Rade Serbedzija, Louis Cordice, Tom Felton, Matthew Lewis, Bill Nighy, Jamie Campbell Bower, David Thewlis, Domhnall Gleeson, Andy Linden, John Hurt, Alan Rickman, Anna Shaffer, Michelle Fairley, James Phelps, Warwick Davis, Peter Mullan, Clémence Poésy, Timothy Spall, Suzanne Toase, Oliver Phelps, Ciarán Hinds, Miranda Richardson, Scarlett Byrne, Mark Williams, Bonnie Wright, Robbie Coltrane, Miriam Margolyes, Shefali Chowdhury
- Prodotto nel: 2011 da DAVID BARRON, DAVID HEYMAN, J.K. ROWLING, TIM LEWIS, JOHN TREHY PER WARNER BROS. PICTURES, HEYDAY FILMS
- Distribuito da: WARNER BROS. PICTURES ITALIA - BLU-RAY: WARNER HOME VIDEO (2011)
- Tratto da: omonimo romanzo per ragazzi di J.K. Rowling
Film non più disponibile nelle sale
TRAMA
Harry, Ron ed Hermione decidono di andare alla ricerca degli ultimi horcrux, ma Voldemort scopre la loro missione. Avrà così luogo l'ultima, decisiva battaglia che cambierà per sempre l'esistenza dei tre maghi...
Dalla critica
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Parla chiaro. La trasparenza è sinonimo di efficacia per un blockbuster. Diffidate di codicilli, indovinelli, enigmi paratattici creati ad arte (come quelli sfornati dal Gran Maestro Albus Silente). Dietro il linguaggio per adepti cè una comunità linguistica porosa e democratica. Horcrux, Bacchette di Sambuco, Pietre Filosofali, Doni della Morte. Nomi suggestivi, senza dubbio. Ma lambiguità, quella vera, è orrore per lindustria culturale. Unarrampicata in alta quota per chi soffre di vertigini. In Harry Potter - la seconda parte dellultimo dei sette episodi della saga è lapalissiana - il simbolo viene preso alla lettera, il personaggio è un archetipo col fondotinta, la drammaturgia unapplicazione del teorema funzionale di Propp. Non a caso il nocciolo della vicenda è elementare quanto un modello attanziale basic : la ricerca delleroe. La caccia riguarda gli Horcrux, oggetti in cui il Signore Oscuro ha nascosto la sua anima partitiva e ricomponibile. Questa missione subisce unaccelerazione nel più action, convulso, spettacolare episodio della saga. Probabilmente anche il meno interessante dal punto di vista cinematografico. In 2 ore e 10 minuti in modalità 2D/3D - con la stereoscopia utile solo a far lievitare il prezzo del biglietto (fino al 50%!) - assistiamo alle prove sostenute dal protagonista e dai suoi aiutanti (Ron ed Hermione) che si susseguono a un livello crescente di difficoltà. Come novelli Mario Bros. , i tre se la vedranno prima con un drago sputa-fiamme, poi con gli orchi della foresta, quindi con il serpente a sonagli, infine con Tu-Sai-Chi, il satanasso Voldemort, dispensatore di giorni funesti, di ira e di morte. Tra il drago e lorco cè anche la fatina a soccorrere il maghetto al momento del bisogno. Lo spazio stesso è paradigmatico: dal castello alla foresta, dalle acque torbide allaldilà. Con disinvoltura il piano figurativo intreccia fiaba, fantasy e cristianesimo. Non solo il serpente è degna controfigura del Male, ma il Male stesso assume la valenza di un peccato da espiare tramite il sacrificio. Il vero colpo di scena per chi fosse a digiuno dei fatti è la scoperta che lultimo Horcrux è dentro Harry Potter. Che per mondare lessere dalla colpa questometto coraggioso e apparentemente insignificante dovrà sacrificare se stesso. Che il salvatore del genere mago potrà risorgere, dopo aver incontrato nellinterzona edenica un vecchio barbuto che sembra Dio ma è solo lanziano Silente, il defunto e saggio Preside di Hogwarts. Come un addensante simbolico lultimo Harry Potter tira le fila di un ricco sincretismo culturale. Riporta la narrazione al suo cordone ombelicale, primitivo. Insegue Il Signore degli Anelli e La Storia Infinita ma si ritrova al di qua di entrambi, a proteggere i confini della propria aureas mediocritas che ne ha definito da sempre ambizioni ed effetti. Harry Potter non è mai stato completamente teen-movie o fantasy o film gotico o altro. E stato tutto questo senza mai eccedere ed eccellere in nessuno dei suddetti generi. Una media statistica di vari edifici narrativi. Non un luogo specifico, ma la mappa dei luoghi segnati dalla tradizione occidentale. La dimostrazione che per conquistare questo decennio non servivano idee innovative. Bastava riciclare le vecchie e spacciarle per nuove.